25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne. La violenza non è solo quella fisica.

La violenza si manifesta sotto tante forme e tante occasioni. Difficile elencarle tutte, difficile fare mente locale e rammentarle. Ci vuole la voglia di andare avanti e di passare sopra le cose, di volare alto e non soffermarci più di tanto. Di raccogliere i cocci e fare altro. A volte viene voglia di fare un tuffo per dare una svolta al quotidiano, cambiare le situazioni, ma siamo lì ferme, con i piedi incapaci di muoversi, di prendere decisioni che stravolgano la nostra vita e finiscano per regalare il diverso. Una vita che fa i conti con quello che le mamme e papà ci hanno dettato, con il loro amore che fa parte di una lunga indicibile catena, coinvolge nonni, bisnonni, e ancora più indietro, fino a giungere, in un cammino a ritroso, agli inizi della storia.
E’ da lì che dobbiamo ripartire, ripartire dalla disamina di quella parte intima, nascosta, dobbiamo rispolverarla, tirarla fuori, darle luce e rileggerla con occhi diversi. Ci ammaliamo, la schiena si spezza, le ossa finiscono per sgretolarsi, la nostra voce perde forza, le giornate diventano uno scontro faticoso per farcela, per non lasciarci prendere dallo sconforto, per andare avanti nonostante tutto. Raccogliere i cocci e continuare a vivere con forza e determinazione, dando il giusto peso al male e concentrandoci su quella parte che permette ci venga fatto. Trovare nuove forme e nuove posizioni, leggere le situazioni in modo diverso, prendere coscienza del “distante” che abbiamo accanto e andare avanti per la nostra strada, una strada da percorrere per ritrovare la serenità da dedicare alle cose che amiamo. Rileggiamo la violenza che si è abbattuta su di noi, perché quel passaggio si ripete da anni? Perché non impariamo a rileggerlo, ad aggirarlo, ad allontanare il “mostro” che con carezze e abbracci si avvicina, prende il nostro cuore per poi scaraventarlo sulla strada? E’ una violenza sottile, subdola, si abbatte sulle donne in modo accattivante, la bestia ti stringe in un abbraccio che vuole essere amoroso e che invece si rivela come un abbraccio mortale, ti ferisce a morte. Ma non è questo il punto. Il punto è: perché permettiamo tutto ciò?
Dobbiamo educare i nostri maschi, fin da bambini. L’educazione parte da noi, dalla nostra sensibilità, dal nostro mondo interiore ricco e variegato. Dobbiamo rimanere ferme e forti, mettere stop a vere e proprie violenze dell’anima, ci fanno perdere tempo ed energia, ci distraggono e pongono un freno al nostro vivace cammino. Storie perdenti fin dall’inizio, delle quali rimaniamo vittime incatenate e incapaci di ribellione. Sempre le stesse storie. Sempre le stesse dinamiche. Impariamo a riconoscerle, il mostro che ci passa vicino va contrastato, è una vittima anche lui di dinamiche e forze ripetute all’infinito. Rompere la catena, farci i fatti nostri, fare, fare, fare, dedicarci a quello che amiamo, a quel patrimonio che abbiamo dentro, distrarre l’attenzione e volare nei progetti, rimanere lì, mettere in campo sensibilità e intelligenza, allontanare e non portarci dietro chi è stato educato e pensa solo a possedere e a soddisfare le proprie pulsioni. La realizzazione di donna, come madri, come lavoratrici, come single, come coppia deve fare un passo avanti, con l’uomo dei nostri sogni, ma anche senza l’uomo diverso dall’”essere umano”. Togliamoci il prosciutto dagli occhi e i tappi dalle orecchie, allontaniamo da noi l’abbraccio mortale per apprezzare un quotidiano tutto nostro dove far entrare solo chi fa per noi, chi è un compagno delle giornate, delle iniziative, condivide affetti e strategie, rende più facile la vita con più attenzioni. Apriamo il nostro cuore solo a chi ne è degno. Meglio sole che male accompagnate! Non è solo un modo di dire, è una grande verità, dobbiamo farla nostra, non usciamo dal binario. Con l’amore del quale noi donne siamo capaci, doniamo amore per ricevere amore, dedizione per avere in cambio dedizione, collaborazione per ricevere collaborazione. Ritorniamo agli “esseri umani”, lasciamo da parte gli “alieni”, non lasciamoci distruggere da sentimenti non veri, ritroviamo l’onestà degli affetti, tutta la confusione che abbiamo intorno deve finire. Meglio nulla. Meglio soli. Meglio ritrovarci fra le nostre carte, fare giardinaggio, andare al cinema, scrivere la storia della nostra vita. Meglio cucinare, leggere un libro, lavorare al computer, fare una passeggiata, cucire, alleggerire la nostra casa di cose inutili, renderla più accogliente per ospitare solo il costruttivo, un rapporto che accompagni nel corso di giornate anche faticose, che ci regali un pensiero, un sorriso. Un compagno nel vero senso della parola, abbia attenzione per noi, sappia ascoltare, ma anche condividere le piccole grandi fatiche che accompagnano le giornate. Un fiore, quella pratica così facile per lui e così difficile per me, pagare quella contravvenzione che mi pesa nel cuore e nel portafogli, aiutarmi a sbrogliare quella matassa dell’incidente automobilistico, fare la spesa e alleggerirmi di pesi che è bene mi risparmi in questo momento, invitarmi a cena, leggere i miei pensieri e condividerli con i suoi. In poche parole, amarmi per quello che sono, con le mie malinconie, l’intraprendenza e la voglia di fare, con i miei errori, la voglia di vivere assecondando i miei interessi e vivere il vortice della creatività. Farà bene a entrambi, ci donerà qualcosa per ricevere allegria e coinvolgimento di amici e conoscenti. Anch’io sarò pronta a regalare qualcosa a lui: il mio tempo per migliorare la qualità della vita. Ci incontreremo, un bene grande troverà la forza di farcela allontanando chi vuol entrare a scompaginare le giornate, per ottenere gratificazione. Via gli amori malati, via dalla nostra vita, non ci appartengono, raddrizziamo ciò che abbiamo, ritroviamo il valore degli affetti. Il cambiamento epocale sarà il nostro, gli occhi saranno attenti alle grandi cose, alle grandi rivoluzioni, ma anche alle piccole cose. Ripartiamo da lì, interroghiamoci, capiamo dove abbiamo sbagliato, non ripetiamo gli errori di sempre, rileggiamoci con un sentimento diverso accettando anche quello che abbiamo accanto come un dono. Costruiamo le giornate in modo fattivo, non allentiamo la presa dalla dritta via, in modo onesto con noi stesse, con gli altri. Rispolveriamo la parola valori e rifacciamola nostra dandole il significato, facile facile, che leggiamo sul vocabolario. Alla parola “valore” ho trovato una lunga colonna di spiegazione, non ho saputo decidermi su quella giusta per me. Ho pensato che dovevo prenderla tutta e farla mia. Vi prego, fate altrettanto. Buon viaggio amiche mie, non siamo sole, siamo tante e vogliamo solo stare bene e realizzare i nostri sogni, con i nostri uomini o senza! Avanti tutta!
𝙇𝙤𝙧𝙚𝙣𝙖 𝙁𝙞𝙤𝙧𝙞𝙣𝙞