L’uso della virgola
Dal Corso di scrittura di Lorena Fiorini
Tra i diversi segni d’interpunzione a sostegno della grammatica italiana, la virgola è senza dubbio quello più frequentemente usato.
Oltre a rappresentare una pausa breve tra le parole, svolge funzioni spesso determinanti affinché il messaggio trasmesso venga percepito in maniera corretta.
Vediamole nel dettaglio:
– separa i termini presenti in un elenco, per enumerare (Stasera saremo: io, tu, Maria, Alessio e Giacomo);
– divide frasi connesse per asindeto, la figura retorica con la quale si coordinano proposizioni senza l’uso di congiunzioni (Pioveva, l’aria era fresca, il cielo era grigio e coperto dalle nuvole, mi avvicinai a un’anziana per offrirle un posto sotto il mio ombrello);
Quando invece il procedimento è inverso e a legare unità sintattiche sono le congiunzioni o, ma, e, né (sindesi) la virgola in genere manca;
– divide una proposizione subordinata dalla principale sostituendosi alla congiunzione (L’ho vista ieri, le ho restituito il libro), anteponendosi a congiunzioni testuali con valore concessivo quali poiché, anche se, benché, sebbene, per quanto, mentre, quando, se (Oggi c’è il minestrone, anche se non ti piace) anteponendosi a congiunzioni testuali con valore avversativo come ma, tuttavia, nondimeno, però, anzi (Oggi avrei lezione, ma non vado);
– segue una vocazione (Andrea, sbrigati!) o una interiezione (Ho perso il treno, ahimè!);
– isola un inciso (La prof. Di Stefano, a mio avviso, è la più in gamba dell’istituto);
Di norma, non va apposta la virgola tra una preposizione reggente e una con funzione complemento oggetto o di altro genere (Luca ha spedito un pacco a Dario e non Luca ha spedito, un pacco a Dario e nemmeno Luca ha spedito un pacco, a Dario).
La virgola andrebbe omessa anche tra aggettivo e sostantivo (Una calda coperta rossa e non Una calda, coperta rossa), tuttavia, il buon senso rimanderebbe la decisione al volere dell’autore, che può intendere la virgola, in alcuni contesti, come pausa intonativa volta a dar maggiore rilevanza a una determinata parte di testo, a mettere in rilievo qualcosa.
A questo punto potremmo avere: Una, calda, coperta rossa.
Stessa cosa si potrebbe verificare in corrispondenza di soggetto e
predicato: Carlo, suona bene. La regola imporrebbe l’omissione della virgola ma, anche in questo caso, dipende dall’intonazione che si vuole conferire all’intera frase e al soggetto, soprattutto.
Scrivere una virgola prima della congiunzione “ma” è giusto nella maggior parte dei casi. Serve per mettere in evidenza l’elemento che la precede:
- Credevo di conoscerla, ma mi sbagliavo.
- Non solo gli offrì il conforto della sua amicizia, ma fu generoso di aiuti.
- È un libro difficile, ma interessante.
- Sarebbe bello, ma ho promesso ai miei di andare a trovarli al lago.
- Non ho mai creduto che tu lo avresti fatto, ma sono costretto a ricredermi.
- La giacca blu mi piace, ma preferisco quella verde.
- Sto bene in salute, ma mi sento molto stanco.
- È un atleta ben dotato, ma privo di temperamento.
- Poteva andare meglio, ma mi accontento.
- Tutti quanti avrebbero preferito andare a Firenze e fare un salto a Pisa, ma io non ero d’accordo.
Solo quando la congiunzione “ma” è posta tra due aggettivi non serve usare la virgola:
- Quella giornata, bella ma stancante, era finita.
- Hai sbagliato: quella giacca non è blu ma verde.
- L’accademismo si definisce come una scrupolosa ma inconcludente osservanza di forme e norme tradizionali nella cultura e nell’arte.