Il Castello di Romena, eretto su un colle alto 621 metri, domina la parte più a nord della valle del Casentino. Tra gli ospiti illustri può vantare personaggi come Dante e Gabriele d’Annunzio. Quest’ultimo soggiornòqui, nel 1902,ospite dei Conti Goretti de’ Flamini, in una tenda posizionata nella piazza d’armi del Castello e quitrovò ispirazione per scrivere l’Alcyonee precisamente il III libro delle Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi. In una parte, in data 16 agosto 1902 –mezzanotte”,a Romena, testimonia il luogo:
Cade la sera. Nasce
la luna dalla Verna
cruda, roseo nimbo
di tal ch’effonde pace
senza parola dire.
Pace hanno tutti i gioghi.
Si fa più dolce il lungo
dorso del Pratomagno
come se blandimento
d’amica man l’induca a sapor lento.
Su i pianori selvosi
ardon le carbonaie,
solenni fuochi di vista.
L’Arno luce fra i pioppi.
Stormire grande ad ogni
soffio, vince il corale
ploro de’ flauti alati
che la gramigna asconde.
E non s’ode altra voce.
Dai monti l’acqua corre a questa foce.
D’Annunzio riceveva le visite di Eleonora Duse. La relazione, lunga etempestosa, trovava la Duse nei pressi e, dall’abitazione che la ospitava, si faceva condurre al castellocon una treggia,stracolma di cuscini,trainata da buoi. Inoltre, si racconta del poeta che cavalcava nudo in prossimità delle rive dell’Arno.
Le Laudi
La raccolta di componimenti poetici viene unita negli annitra il 1896 e il 1903. Si tratta di un periodo nuovo per D’Annunzio dove, oltre l’estetismo troviamo più influenze. Qui di seguito gli argomenti:
- Attenzione verso il mondo classico
- Interesse verso il mito del superuomo, chepresenta un uomo nuovo, che occupa il mondo e conquista ogni spazio della natura.
- Comunicazione di una vitalità irresistibiledi uomo libero, posto al di sopra di ogni legame e in stretto contatto con lo spirito profondo del mondo.
I titoli dei componimenti li troviamo suddivisi in brevi raccolte: Maia, Elettra, Alcyone, Merope e Canti della guerra latina. L’Alcyone è considerata la più bella fra le raccolte, una tregua nel turbamento dell’eroe che tutto domina e che infine si arresta ad ammirare l’estate (vedi La pioggia sul pineto).