Con l’autunno cadono le foglie e non solo

Il quotidiano mette a dura prova. Continuano gli “incidenti”, proseguono le beghe con le persone che ci passano accanto, cerchiamo di non lasciarci travolgere e soprattutto di prendere le distanze! Penso che in giro, in questo momento, ci sia una sorta di pazzia collettiva, nella quale non mi ritrovo più alle prese con eventi in cui ognuno cerca di portare a casa quello che può senza minimamente tenere conto dell’anima di chi ha di fronte.
A un certo punto arriva la svolta. Il dolore cupo e profondo dell’assenza di una persona amata, ha suggerito di selezionare le persone, allontanare quelle che tolgono energia, che non aggiungono nulla alla propria vita, anzi l’appesantiscono e la rendono complicata. Non più buonismo, ma realismo, chiedersi: Mi va, non mi va? E’ positivo per me? Quella persona è in sintonia con il mio modo di fare? Se ne metto in fila troppe, vuol dire che non va bene e bisogna trovare il coraggio di tagliare i rapporti perdenti. Fare pulizia. Sciogliere i nodi, come insegnano al corso frequentato a San Pancrazio, tagliare i rami secchi, non cercare l’armonia a tutti i costi, basta con la sofferenza inutile, che non porta da nessuna parte, anzi conduce in un tunnel dove non c’è via d’uscita. Usciamo, al contrario, allo scoperto, alla luce del sole, troviamo il coraggio per dire quello che pensiamo, che va bene per noi. E’ il nostro modo di vedere le situazioni, con occhi nuovi, pronti a cogliere il diverso. Non releghiamo nel nostro intimo le “violenze” verbali, ma anche fisiche, i torti, le ingiustizie, laddove finiscono per creare postune e blocchi energetici, veri e propri dolori fisici al solo contatto.
E’ un compito arduo e doloroso, complicato ma non impossibile. A un certo punto della propria vita va assolto, per non continuare a fare la “vispa Teresa”, per non fare sempre finta di nulla, per non
ingoiare torti, per non continuare ad alzare le spalle in segno di resa, per abbandonare macigni che hanno rappresentato un punto fermo in una testa confusa. Soli, ma con la schiena dritta. Soli, ma non piegati in due da una schiena che non regge più il peso dell’ambiguità. E questo soprattutto nei sentimenti. Gli affetti non dovrebbero essere lo starter del ricatto. Prendiamo coscienza,
guardiamo cadere le foglie d’autunno e guardiamo, con tenerezza, allontanarsi chi non ci merita sospinto da un leggero vento di rinnovamento.