Dalla primavera all’autunno l’orto di nonno Carlo regalava fagiolini in abbondanza. Nonna Assunta prendeva il paniere e si recava nel luogo che ogni giorno regalava una magia, la tavola diventava sfiziosa, i piatti spesso diversi, si mostravano appetitosi e un tocco di fantasia rendevano al duro lavoro del contadino quella piacevolezza che il rigido inverno faceva mancare. Basta polenta, di mais o di castagne, l’estate oltre al caldo regalava la piacevolezza di poter diversificare il cibo con un ingrediente che donava semi e baccelli buoni da mangiare.
I fagiolini arrivavano direttamente sul campo, dove si riunivano uomini e donne per procedere alla mietitura.
La pausa del pranzo, di solito, avveniva quando il sole si trovava perpendicolare e faceva un caldo boia. Verso l’una si prendeva la via di casa, ci si rinfrescava alla fontana, ci si dirigeva verso la grande cucina, si sedeva al grande tavolo di legno e si mangiava.
Quando il grano da mietere si trovava lontano da casa e il viaggio di andata e ritorno avrebbero preso troppo tempo, ci si riparava dal sole sotto un albero di quercia dai grandi rami ombrosi, si mangiava, si beveva vino e acqua e si riposava sdraiati sull’erba quel tanto che bastava per riprendere fiato ed energie per continuare il lavoro fino a pomeriggio inoltrato, a volte fino a buio. La fatica non era certo risparmiata. Erano, questi, i giorni più stancanti dell’anno.
(Da Terra di Toscana Vita in campagna Maria Pacini Fazzi editore)
Il paniere preparato da nonna Assunta conteneva il filone del pane, avvolto in un panno bianco, acqua e vino erano presenti in gran quantità ed erano sistemati all’ombra della quercia. I fagiolini in umido erano il piatto preparato e portato in dono a chi partecipava alla giornata di lavoro, con la fatica, ma anche con chiacchiere allegre e momenti di grande condivisione.
Nonna Assunta trovava sempre il modo di cucinare i fagiolini rendendoli appetitosi per gli affamati che aspettavano il pranzo come un momento agognato. Ricette rapide e gustose. Arrivavano fagiolini lessi, conditi per sale e olio; fagiolini gratinati, lessati, conditi con olio, aglio e basilico, spolverizzati con pangrattato e parmigiano grattugiato, passati in forno a regalare la crosticina croccante; in umido, come la nostra ricetta; fagiolini conditi con aglio, prezzemolo, peperoncino e pomodoro; fagiolini gratinati con l’aggiunta di pezzetti di prosciutto o pancetta; fagiolini gratinati con pangrattato e besciamella; fagiolini gratinati con il pangrattato e con l’aggiunta di pezzetti di formaggio.
Uno dei compagni preferiti del fagiolino è il pomodoro, con il quale si unisce perfettamente unendo il dolce del fagiolino con l’asprezza del pomodoro. Quindi qui ci troviamo di fronte a un esempio di vicinanza da assecondare e da portare in dote a chi amiamo.
Durante l’estate la produzione abbondante di fagiolini invogliava nonna Assunta e zia Nena a preparare un ingrediente da consumare durante l’inverno quando la produzione è terminata.
Puliti i fagiolini e tolte le estremità e gli eventuali filamenti, le due donne preparavano i fagiolini al naturale, mettendo sul fuoco una grande pentola con acqua. Raggiunto il bollore i fagiolini venivano posti in acqua e lasciati scottare per cinque minuti, quindi fatti scolare. A parte mettevano a scaldare acqua, che serviva alla conservazione dei fagiolini, con il sale e facevano raggiungere il bollore. Una volta sbollentati, venivano scolati e lasciati raffreddare e asciugare completamente in un panno di lino. Successivamente dei barattoli di vetro sterilizzati accoglievano i fagiolini sui quali veniva versata l’acqua salata, coprendoli, preparata allo scopo. Seguiva la chiusura ermetica e a quel punto venivano sistemati al buio e conservati nella dispensa in cantina..Una cosa è certa: non si dovevano consumare fagiolini crudi, la digestione poteva causare problemi. Questo ieri come oggi.
L’orto è una grande metafora della vita spirituale: anche la nostra vita interiore abbisogna di essere coltivata e lavorata, richiede semine, irrigazioni, cure continue e necessita di essere protetta, difesa da intromissioni indebite. L’orto, come lo spazio interiore della nostra vita, è luogo di lavoro e di delizia, luogo di semina e di raccolto, luogo di attesa e di soddisfazione. Solo così, nell’attesa paziente e operosa, nella custodia attenta, potrà dare frutti a suo tempo.
(Enzo Bianchi)
Ingredienti per quattro persone
800 g di fagiolini
100 g di pancetta
300 g di pomodori maturi
2 spicchi d’aglio
un pugno di prezzemolo
foglioline di basilico
olio extravergine d’oliva
sale e pepe
Fate soffriggere nell’olio caldo la pancetta e l’aglio tritati. A parte spuntate i fagiolini, lavateli. Prendete i pomodori, lavateli e tagliateli a pezzi.
Unite i fagiolini alla pancetta, fateli rosolare e insaporire per qualche minuto. Aggiungete i pomodori, il prezzemolo e il basilico tagliati, versate ½ bicchiere d’acqua. Salate e pepate.
Coprite con un coperchio e fate cuocere lentamente per ½ ora.