Un libro di memorie, tanto care al Premio letterario Donne tra ricordi e futuro, tanto da farne una bandiera e veder dedicare, ai testi migliori e che propongono il ricordo, un premio e, in particolare, seguire la pubblicazione a opera di Case Editrici amiche, nel caso particolare ChipiùNeArt. Nessun tempo è lontano abbraccia un lungo momento storico, dalla fine dell’800 fino ai giorni nostri, ripercorre la storia di una grande famiglia allargata e ricostruisce vicende, tratti e caratteristiche di chi, rintracciato, diventerà il protagonista che, via via e insieme, vedremo rivivere.
La famiglia, un bene da difendere, un valore da trasmettere a figli e nipoti, da raccontare, da scrivere, per non dimenticare le persone vicine e che hanno avuto un rapporto con l’autrice, rapporto di fratellanza, d’amore, di convivenza, di amicizia, rapporti stretti incastonati in un’epoca, che viene ricomposta e descritta. A corollario, andando a ritroso nel tempo, i documenti hanno impreziosito e permesso di riallacciare e dare veridicità a storie ormai lontane. Un lavoro dettato dall’amore per le proprie radici, dalle proprie origini, dai propri luoghi, teatro di un mondo ormai scomparso, ma che continua a vivere nelle fisionomie, nei lineamenti e nelle vicende odierne di chi oggi cerca e dà voce anche a chi non c’è più.
Il dialetto, che trascina l’identità di un popolo, con le sue espressioni e sfumature, viene riportato alla luce per ricordare la lingua dei poveri, dei diseredati, dei tempi andati. Oggi è diventato patrimonio base di una lingua, di un territorio, di un’epoca. E con i dialetti ecco giungere i soprannomi, distintivi e coloriti, riferiti a persone catturate in un particolare del “personaggio”, i modi di dire che caratterizzano un territorio, ai quali si aggiungono le curiosità legate a un’indagine per racconti da ricostruire, come un prezioso puzzle dove ogni pezzo è un tassello per avvicinarsi alla descrizione di persone, luoghi e tempi.
Non possiamo non ricordare gli stornelli, tradizione orale tramandata da generazioni, una tradizione che rimanda a un mondo pressoché scomparso, fatto di miseria, di fame, scarsa igiene, ma che credeva nella inviolabilità della vita, nella bontà dei sentimenti, nell’onestà e nel quieto vivere, a quando ci si divertiva con nulla, e all’ordine del giorno le piccole cose, quelle che sapevano rallegrare la vita. La nostra lingua ha fatto un lungo viaggio e ben venga chi ci rammenta quel passaggio sorprendente fatto dalla lingua parlata per passare alla lingua scritta.
Donne tra ricordi e futuro, con le sue sei Sezioni: Romanzo e Romanzo breve, Poesia, Cucina in famiglia, Ambiente, Novelle, ci accompagna nel viaggio avventuroso delle nostre storie familiari, riportando alla luce ricordi per ricomporre il passato e lasciarlo a futura memoria alle generazioni che verranno. Un Premio itinerante, nato da un libro, “Betty, sono Bruno”, la storia di Bruno Fiorini raccontata a sua figlia Lorena, testimone delle sue vicende che hanno attraversato il Novecento. Il Premio ha preso l’avvio dal Comune di Pratovecchio Stia in Toscana, la Valle dell’anima, il Casentino, l’Alta Valle dell’Arno e da lì Bruno è partito per un viaggio travagliato, ha varcato i confini per andare a fare il militare, raggiungere la Cirenaica, in Libia, prima dell’entrata in guerra dell’Italia. Le vicende della Seconda guerra mondiale hanno condotto Bruno verso una lunga prigionia in Egitto, Sud Africa, Scozia. Ed è questo il vero valore del suo ricordare: ha aperto un capitolo doloroso sui prigionieri di guerra, dimenticati, abbandonati all’oblio tra le pagine della storia. E ricordare un prigioniero e con lui tutti i prigionieri di tutte le guerre, mi ha unito in modo straordinario alle vicende di Laura Tolmino raccontate in una parte del suo prezioso libro. E, ancora una volta, la scrittura finisce per unire le persone.