Lorena Fiorini e il libro “Betty sono Bruno” ospiti al Circolo Ufficiali delle Forze Armate d’Italia il 14 marzo 2012
La FIDAPA, Federazione Italiana, Donne, Arti, Professioni, Affari, ha organizzato una serata, in un luogo prestigioso, per presentare il libro Betty, sono Bruno.
Lorena Fiorini coglie l’occasione di presentare il suo libro “Betty, sono Bruno” presso il Circolo Ufficiali delle Forze Armate d’Italia di Roma, Mercoledì 14 Marzo 2012. Illustri ospiti interverranno all’incontro che, attraverso il libro della scrittrice, vuole sottolineare l’importanza della memoria quale insegnamento fondamentale anche per le nostre scuole.
Il Circolo Ufficiali delle Forze Armate apre le porte alla storia di un uomo, un uomo che ha avuto il coraggio di raccontare la prigionia, ha percorso una vita lunga e ricca dove racchiudere negli episodi vissuti le storie di tanti. Una storia per tutte le storie che non verranno mai narrate, sulle quali rischia di cadere il silenzio, l’oblio. Al contrario le storie si ritroveranno a braccetto per rendere omaggio a un secolo foriero di grandi svolte, per ricondurci ad accarezzare la parola valori. La Patria, famiglia, religione, sentimenti di volta in volta raccontati negli episodi, nelle svolte, sono diventati veri e propri insegnamenti di vita vissuta. E’ il racconto di un nonno ai propri nipoti, per riannodare il filo della memoria, per prendere spunti e approfondire temi che lasceranno intravedere la condotta di una vita. Un libro, “Betty, sono Bruno”, per entrare nella didattica, storia, geografia, inglese, natura, per donare e ricevere spunti per un approfondimento culturale più a largo raggio. Un libro, un’occasione per restituire l’onore ai prigionieri, per farli uscire dal buio che ha accompagnato l’esistenza di tanta umanità che ha sofferto la “vergogna” della prigionia.
Ritornare al passato, riferirsi al passato per un collegamento al presente e andare avanti con la fronte alta e il cuore fiero. Rivivere i grandi eventi, il fascismo, la Seconda guerra mondiale, la ricostruzione con la semplicità dell’uomo della strada. Quell’uomo ha dentro di sé la ricchezza della famiglia, lascerà sul cammino un modello di vita intensa, la testimonianza di come la piccola storia illumini la grande storia. Ci ha lasciato principi, ideali, da ricollocare sul posto dove meritano di stare. Ci ha lasciato un viaggio da intraprendere insieme, per godere delle piccole gioie, del raggiungimento di grandi obiettivi partendo da nulla, per vivere la vita per quello che è e per quello che può donarci giorno per giorno.
Intervengono:
GEN. C.D’A. DOMENICO ROSSI Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano
PAOLA RITA STELLA Assessore alle Politiche della Scuola Provincia di Roma
ESTER GANDINI GAMALERI Ispettore Centrale MIUR
CLEMENCIA CIBELLI TAGLIANI Amministratore Unico Canale Tre-Verba Volant
TEN. COL. ANDREA PETTINI Capo Ufficio Ricerche e documentazione di guerra CRI
COL. ANTONINO ZARCONE Capo Ufficio Storico dell’Esercito Italiano
VALENTINA BISTI Giornalista TG1
LORENA FIORINI Scrittrice
COORDINA: RENATA GIUNCHI PALANDRI Critico letterario
Al termine concerto della violinista CLAUDIA PIETRINI accompagnata al pianoforte da GIANLUCA SUAREZ
Sintesi degli interventi:
RENATA PALANDRI – Critico letterario
Grazie a Lorena Fiorini per il dono di questo libro così bello, perché è un piacere leggerlo ed è un piacere conoscere suo padre attraverso questo libro. La scelta dell’io narrante, ci rende tutta la semplicità, l’entusiasmo, la bontà di un uomo che non ha mai portato rancore, non ha mai avuto una parola di risentimento, mai di odio e questa figlia che ne raccoglie le parole e le integra con la storia non narrata dal padre, veramente ci fa il regalo di una persona che avremmo voluto conoscere e che conosceremo attraverso questo libro.
AURORA COLLADON – Presidente Fidapa Sezione di Roma
Il libro di Lorena Fiorini racconta la vita di un uomo fatto prigioniero durante la Seconda guerra mondiale, un uomo che ha combattuto e lavorato dedicando la vita alla Patria e alla famiglia. E’ un libro molto intenso, può insegnare molto. Infatti, c’è un progetto per divulgarlo nelle scuole vista l’ampia valenza didattica.
COL. ANTONINO ZARCONE – Capo Ufficio Storico dell’Esercito Italiano
Ringrazia a nome del Generale Domenico Rossi che si scusa per non essere presente perché coinvolto in un’attività non prevista. Saluterà telefonicamente Lorena Fiorini a fine serata.
PAOLA RITA STELLA – Assessore alle Politiche della Scuola Provincia di Roma
La storia raccontata è la storia sì di Bruno Fiorini, ma è la storia di tutti noi, del nostro Paese. Possiamo fare un parallelo con i racconti dei nostri padri e di chi ha vissuto quel periodo storico, è senz’altro un libro di storia che si intreccia con i valori fondamentali che sono la famiglia, il rispetto, il senso del dovere verso il proprio Paese…Trovo che sia una lezione di storia originale da far conoscere soprattutto ai giovani, perché è una lezione di vita e di saggezza soprattutto in questo momento in cui i giovani hanno bisogno di conoscere la nostra storia, il nostro passato. Questo ha trovato un parallelo con le attività che come Provincia di Roma stiamo portando avanti. Una delle tematiche è proprio quella di far conoscere la storia del Novecento. Molti sono i progetti che abbiamo proposto. Ne voglio ricordare due: I viaggi della memoria, Cinema e storia, vogliamo far conoscere ai ragazzi, e aiutarli ad avere un approccio diverso con la storia e far conoscere questo splendido secolo che ha avuto due guerre mondiali, la nascita della democrazia e della repubblica. Questo libro, in modo diverso e accattivante potrebbe essere sicuramente un elemento in più per far conoscere meglio, da un altro punto di vista, quel periodo che ha caratterizzato con i valori, come dicevamo, con la semplicità dei racconti quotidiani, fa capire ai nostri giovani come il nostro Paese si è formato e come progettare meglio il futuro.
ESTER GANDINI – Ispettore Centrale Miur
E’ un testo che consente di poter spaziare anche su molti piani di lettura. Una volta che si è letto questo libro si esce con una sensazione di forte positività nei confronti della vita… Queste sensazioni di positività che lui ha vissuto anche nei momenti più pesanti di questa sua esperienza è stata suffragata nella fiducia in quelli che sono valori che oggi forse i giovani vanno cercando più di tante altre cose, l’amicizia, la solidarietà, il rispetto verso gli altri, il legame alle proprie radici, il senso del dovere e soprattutto la forte affermazione nel lavoro come momento intrinseco dell’esistenza dell’uomo stesso… Il libro non è un romanzo, è un racconto che si snoda su tre piani, il piano della guerra con la maiuscola e la minuscola vissuta davvero da coloro che erano in guerra, il piano delle emozioni, sensazioni, delle esperienze personali. E il piano poi dell’amore. Non a caso il libro è intitolato “Betty, sono Bruno”. Betty è stato il suo grande amore inglese.
La testimonianza di Bruno è la prigionia, non la guerra effettivamente vissuta. La cosa che mi ha colpito di più è stata la capacità di Lorena di inserire la documentazione storica, che fa sì che il testo non sia un romanzo storico, ma sia un racconto in cui ci sono delle documentazioni autentiche.
Un’altra cosa che mi ha colpito è il linguaggio usato, estremamente aderente al personaggio del libro stesso, estremamente chiaro caratterizzato da, si direbbe oggi, storytelling. Frasi corte, poche subordinate, se ci sono delle coordinate sono coordinate molto, molto chiare che rendono la frase estremamente leggibile ed estremamente accattivante. E’ uno storytelling, ma anche uno storyboard, cioè potrebbe essere il copione non solo di un audiolibro ma di un videolibro.
CLEMENCIA CIBELLI TAGLIANI – Amministratore Unico Canale Tre-Verba Volant
Sono solo un tecnico che ha avuto l’opportunità di realizzare questo bellissimo racconto di Bruno Fiorini, personaggio veramente indimenticabile. Per realizzare l’audiolibro, non essendoci le fotografie come nel libro cartaceo, abbiamo cercato di contestualizzarlo con le musiche d’epoca. Proprio per avvicinarlo di più ai giovani, perché i giovani con una cuffietta più facilmente ascoltano le cose… E’ venuto Bruno Fiorini a registrare l’audiolibro in studio. Eravamo tutti preoccupatissimi, era un signore di novant’anni, facciamo attenzione ai cavi, all’elettricità. Lui è arrivato tutto vezzoso, seduttivo, elegantissimo con un grande mazzo di orchidee bianche e siamo rimasti tutti incantati del suo ricordo. Bruno legge il capoverso di ogni capitolo, poi l’attore, Gabriele Linari, segue…
TEN. COL. ANDREA PETTINI – Capo Ufficio Ricerche e documentazione di guerra CRI
Vedere questo lavoro finito è un po’ una missione compiuta, usando un termine militare. E’ una tacca su una carlinga di un aereo perché finalmente quello che per noi è il principio fondamentale, cioè l’affetto legato alle situazioni di guerra, di battaglia, è qualcosa che a volte riesce a emergere… Il prigioniero, a quel tempo, era una persona e un ponte incompiuto, non si sapeva come stava dall’altra parte, c’era una famiglia che voleva avere informazioni, qualsiasi informazione, anche la più brutta, è morto…
Il libro di Lorena, tramite il padre, paga la testimonianza per le tante Lorene che non hanno più il papà, ci sono state tante persone che non hanno avuto più la fortuna di veder il padre tornare, sentirsi raccontare la storia e poterla poi celebrare. In un certo qual modo il padre di Lorena paga un tributo ai tanti prigionieri che non ce l’hanno fatta.
COL. ANTONINO ZARCONE – Capo Ufficio Storico dell’Esercito Italiano
La storia di Bruno è una storia comune a tantissimi giovani di quella generazione, generazione fortunata, sfortunata, che nasce dopo la prima guerra mondiale, Bruno nel 1919… Racconta la prigionia che vive con sofferenza per la lontananza da casa, però senza rancore, senza odio nei confronti degli inglesi per i quali lavora, anzi cerca di aiutarsi realizzando piccoli oggetti in legno che sarebbe bello ritrovare… Vive questa sofferenza della prigionia, il momento peggiore quando riceve notizie da casa, quando riceve notizie della strage di Vallucciole. Più che angosciato per la prigionia, è angosciato per le sofferenze della sua gente con cui ha condiviso l’infanzia, l’adolescenza, la giovinezza… Ritorna a casa dopo tantissimo tempo e l’oblio della prigionia. Uno dei meriti del libro è proprio quello di ricordare la prigionia, più che la vita militare. Perché dei prigionieri non si parla mai, il prigioniero è perdente e dei perdenti non si parla, si dimenticano, sono lì, è meglio che non ci siano, forse è meglio aver avuto un morto in famiglia che un prigioniero. Questo ritorna, è un intruso, è perdente, ha perso la guerra in malo modo, quindi è un testimone scomodo. Lorena ricorda la prigionia, oggi se ne parla poco. Solamente da pochissimi anni, grazie all’intervento del Presidente Ciampi e del Presidente della Repubblica si parla, ad esempio, degli internati nei campi di concentramento in Germania, si è parlato per motivi elettorali, subito dopo la guerra, dei prigionieri della Russia, non tanto per parlare dei prigionieri, ma quanto perché c’era una lotta tra democristiani e comunisti, c’erano prigionieri politici, i prigionieri degli alleati sono dimenticati.
VALENTINA BISTI – Giornalista TG1
Sono stata testimone molto discreta, silenziosa, durante la lavorazione del libro, anche un po’ incredula … Evidentemente si era creata un’atmosfera e una complicità che forse mamma e papà non avevano mai avuto, l’hanno ricreata raccontando delle storie che durante la loro vita forse erano uscite nelle chiacchierate a cena, con gli amici, con i nipoti. Però è stato incredibile come ritrovare la storia di nonno vi abbia uniti. Come vi è venuto in mente e come siete riusciti a produrre un libro che è anche un po’ un romanzo?
LORENA FIORINI – Scrittrice
Era tanto tempo che pensavo a una storia, sapevo che qualcosa di più sarebbe uscito fuori. Il desiderio era quello di regalarglielo per i suoi novant’anni… Insieme abbiamo piano piano ricostruito. Lui parlava, io incalzavo con le domande. Alla fine di questa raccolta in qualche modo il racconto c’era. Certo, bisognava lavorarci, bisognava soprattutto fare la ricerca storica… Ecco, la scoperta straordinaria è stata proprio questa, un ritrovarci, insieme a papa, nel cuore dello Stato, quello stato che c’è, esiste e che, veramente, vale la pena di essere avvicinato perché oggi i suoi tesori te li mette accanto.
Un viaggio straordinario quello fatto con il mio papà. Siamo stati molto uniti, però questo viaggio ci ha unito ancora di più, ci ha consentito di passare un periodo bellissimo, molto tenero anche se offuscato da nubi profonde, nubi che sapevamo si stavano addensando sempre di più su di noi e che ci avrebbero condotto in un luogo che oggi vedo come un luogo che ha ampliato gli orizzonti, ci ha fatto entrare in quella zona misteriosa e buia che ci fa tanta paura. Mentre scrivevamo ci siamo divertiti, abbiamo riso, ci siamo presi un po’ in giro, abbiamo potuto ricordare i momenti tristi, ma anche gioiosi e giocosi. Insomma abbiamo ricostruito una vita.
VALENTINA BISTI, Giornalista TG1
Il Col. Zarcone ricordava come questa storia abbia dato dignità alla figura del prigioniero. Nonno, era un uomo che si lasciava scorrere tutto addosso e cercava le cose migliori anche nelle situazioni peggiori. L’insegnamento che ha dato a tutti e tre i nipoti, alle figlie, è stato quello di lasciar correre e di prendere le cose belle che la vita ti può dare perché lui ha avuto meno di noi, è arrivato ai suoi novant’anni con un’allegria, una vivacità, un essere positivo davvero incredibile. Quindi un ricordo di nonno ci vuole.
LORENA FIORINI
Posso ricordare un momento. Saluto Giacomo Polimeni, Comandante della Banda della Marina Militare, e voglio ricordare la serata di Santa Barbara, Santa Patrona della Marina Militare, degli artiglieri, papà era artigliere… Ho potuto vederlo durante l’esecuzione dell’Inno nazionale, ho capito l’unione con la Patria… C’è un nipote che ha colto l’eredità del nonno, Lorenzo Pietrini è in America, sta diventando un pilota della Marina Militare. Nel libro papà dice: Auguro a mio nipote di avere più fortuna di me. Un momento dolcissimo, tenerissimo, in cui c’era l’Inno, le note che coinvolgevano tutti, tutti in piedi e papà, che io immaginavo a fatica ce l’avrebbe fatta ad alzarsi, era bello lì con la sua schiena bella dritta a godersi il momento della riuscita, la riuscita sono stati i suoi nipoti. E’ tornato dalla guerra, lo dicevamo, non aveva un lavoro, non aveva un’istruzione e lui non ha avuto tentennamenti, il suo lavoro era la sua famiglia, i suoi nipoti, portarli a dei risultati. E, come diceva lui, Io sono felice perché vedo la mia realizzazione in loro.
VALENTINA BISTI
Ringrazio anch’io la mia mamma perché attraverso lei ritrovo mio nonno e credo che questo libro vada letto da genitori e nonni. Un consiglio, va letto dai nipoti, stuzzicare la curiosità dei giovani sulla storia della famiglia. A volte abbiamo la Storia dentro casa e non ci rendiamo conto di avercela.
LORENA FIORINI
Bruno Fiorini ha una terza nipote, Claudia. Claudia Pietrini è qui, ha la musica dalla sua parte, dedicherà, insieme a Gianluca Suarez, un concerto a noi, in onore del nonno, a un anno dalla sua scomparsa.