Presentazione del libro “Betty sono Bruno”, edito da Maria Pacini Fazzi Editore e pubblicato nella collana Scrivilatuastoria di Lorena Fiorini raccontato da Bruno Fiorini
Stia, un paese attraversato dalla fiera, gente allegra e libera da affanni lavorativi si aggira tra i numerosissimi banchi alla ricerca dell’oggetto da comprare, rumore, incontri festosi fra amici di tempi passati, chiacchiere spensierate, appuntamenti al bar.
Fuori dal frastuono della fiera, in un’atmosfera che sembra proiettarsi fuori dal tempo e dallo spazio, nel silenzio religioso di un luogo che ha fatto la storia del paese, un incontro, un viaggio a ritroso nella memoria per entrare nel racconto di un uomo che è anche la storia di una valle, una storia che può appartenere a ciascuno di noi. Tante le presenze nel piazzale antistante la Mostra di Luciano Schifano all’interno dello Storico Lanificio di Stia, relatori giunti da Roma e da Firenze, inteneriti dal paesaggio verde che incornicia l’Arno, stregati dall’atmosfera legata alla memoria che aleggia nel luogo, sono accolti dal Sindaco Luca Santini che ricorda come la storia di Bruno Fiorini si inserisca nella storia di tante famiglie che alla fine degli anni cinquanta si sono spostate verso la città alla ricerca di un futuro migliore.
Lorena Fiorini, figlia di Bruno, ha toccato il cuore di tutti ripercorrendo la vicenda umana del papà, di come gli ultimi due anni di vita siano stati vissuti da entrambi ricorrendo alla scrittura, allontanando la malattia, dedicando spazio al ricordo e alle ricerche storiche che hanno raggiunto le istituzioni, tra queste l’Ufficio Segreto del Vaticano con il lavoro straordinario svolto durante la seconda guerra mondiale e la Croce Rossa nazionale e internazionale che con il suo grande cuore ha raggiunto il prigioniero Bruno Fiorini facendogli recapitare ben 16 lettere, tutte insieme nel campo di concentramento di Eluan in Egitto. Luciano Schifano ha ricordato l’amicizia che lo ha legato a Bruno Fiorini, un’amicizia nata in età adulta all’ombra di un gelso. Il Direttore della Sede Rai per la Toscana, Andrea Jengo, ha raccontato di come la sua vecchia collega Lorena Fiorini lo abbia piacevolmente colpito e l’ha sollecitata a raccontare la sua storia, di come da funzionario Rai si sia trasformata in una brillante scrittrice, la lettura del cui libro lo ha affascinato. Il Colonnello Zarcone, responsabile dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, si è immerso nei luoghi, ha raggiunto nel primo pomeriggio Vallucciole, ha poi ricordato la strage, di come si sia giunti a rendere giustizia alle vittime e di come la vicenda narrata nel libro “Betty, sono Bruno”, si vada ad inserire nella quasi assente letteratura sulla prigionia. Un lavoro che non fa sconti e non tace nulla…una memoria che ci giunge intatta attraverso settant’anni.. getta luce su una parte delle vicende dei nostri prigionieri presi in Africa settentrionale e detenuti prima in Sud Africa e poi in Inghilterra. In un silenzio surreale Lorena Fiorini ha letto un brano tratto dal libro e che ricorda i numerosi eccidi che hanno insanguinato la valle del Casentino durante l’ultimo conflitto e di come il papà ne sia venuto dolorosamente a conoscenza. Alessandro Bottacci, Capo Ufficio Territoriale della Biodiversità di Pratovecchio, ha narrato gli incontri che si sono succeduti con Lorena Fiorini e delle ricerche fatte per gettare uno sguardo e mettere a disposizione materiale conservato negli archivi del Corpo Forestale dello Stato. La memoria ha potuto contare su un testimone d’eccezione, Bruno Borghesi, un uomo che ha vissuto la guerra, la prigionia e la tenerezza di una grande amicizia che, con voce rotta dall’emozione, ha rammentato ricordando quanto bene si siano voluti e quanta compagnia si siano fatti lui e il grande amico di una vita. La lettura di brani tratti dal libro, la voce irradiata dall’audiolibro realizzato da Verba Volant, i numerosissimi autografi rilasciati dall’autrice, le note dell’Inno nazionale hanno accompagnato un pomeriggio all’insegna della storia, dei sentimenti, dell’emozione di persone che tra le pagine di “Betty, sono Bruno” hanno ritrovato i propri cari, hanno potuto scorgere foto e curiosare alla ricerca di episodi mai fino a quel momento raccontati.